Veniero Scarselli

Veniero Scarselli

Premio d'onore per la Letteratura

Quando si è di fronte ad una vicenda poetica ed umana come quella di Veniero Scarselli, si ha la conferma di quello che rappresenta uno dei dati principali che costituiscono la figura del poeta, al di là delle connotazioni contestuali e storico-cronologiche che gli studi letterari attribuiscono agli autori di versi. E tale dato è rappresentato dall’originalità, dalla sincerità della vocazione al “lavoro” di artista seriamente fiducioso nel valore della parola, nella sua facoltà di significazione musicale, nella sua concentrata forza di espressività semantica, che l’autore avverte più efficace, a ben vedere, della stessa prosa di narrazione; il background, lo sfondo di affinata e ricca cultura che sono sottesi alla poetica di Scarselli, rinforzano, anziché indebolirla, l’onestà del legame, della trama di relazioni fra contenuti e forme, emersioni del senso e arco melodico della metrica e della versificazione. Nato nel 1931, Scarselli pubblica il primo libro, Isole e vele, cinquantunenne, nel 1988. Ma la vocazione, come è successo in molti altri casi, ha origini molto remote, e la data rappresenta un esordio in senso strettamente editoriale. Dal “romanzo lirico” al “poema lirico”, nella composizione di macrostrutture in versi, la parola poetica di Veniero attinge con grande consapevolezza, e con profonda passione di impegno lavorativo - gradualmente resosi totalizzante, prioritario su ogni altra attività -, la dimensione “aurea”, per così dire, rispetto più frequenti raccolte di singole liriche da un lato, e, dall’altro, alle strutture della prosa narrativa.
Non può che rendersi legittimo, in tal senso, un Premio che ne onora la carriera e insieme la memoria; un Premio che ricorda la vicenda d’un originalissimo intellettuale, di formazione scientifica, approdato alla poesia in una vicenda segnata, com’egli stesso afferma, da un’integralità del sentire di impronta rinascimentale, cinque-seicentesca, aperta al contributo umanistico come a quello degli studi naturalistici del biologo di alta cultura. La stessa, prismatica biografia, accompagna la produzione “poematica” (dalla Priaposodomomachia alla Ballata del vecchio capitano, sino a La vera storia del vascello fantasma) nella rinuncia alla carriera scientifica, nella tentazione solitario-marinaresca, nella scelta del tentativo di una “comune” agreste a ribellione rispetto al sistema capitalistico-urbano, nel recupero di un dialogo più attendibile con il mondo per lui nuovo dei letterati; mondo peraltro segnato da privilegiate diagonali di amicizie e da necessità di realistici patteggiamenti: quasi un memento, per Veniero, dell’imprescindibile priorità della’amata sede di Pratovecchio.

 

Utilizziamo i cookie per migliorare il nostro sito e la vostra esperienza quando lo si utilizza. Per saperne di più sui cookie che utilizziamo e come eliminarli, guardate le nostre Privacy Policy.

Sono consapevole dell'utilità dei Cookie e acconsento all'uso di essi

EU Cookie Directive Plugin Information